Una trasformazione già iniziata. Il senza zaino alla Piero della Francesca è realtà

Ogni “rivoluzione” inizia dal basso. La storia ce lo insegna. Ed anche la piccola, ma grande rivoluzione del modello di scuola S.Z., iniziata circa vent’anni fa, sta entrando nella scuola di ogni ordine e grado apportando un rovesciamento negli ambienti educativi.

Correva l’anno 2002 quando in un I.C. della provincia di Pisa, la dirigente scolastica di allora, Daniela Pampaloni, su sollecitazioni del maestro Aldo Marchesini, con un’esperienza di insegnamento in Germania e di direzione nella scuola Europea di Varese e del pedagogista Marco Orsi, si lascia convincere della bontà del loro progetto “Senza Zaino per una scuola meno pesante” e la richiesta di aderire ad una sperimentazione coordinata dall’IRRE Toscana. La dirigente si lascia convincere e lo presenta al Collegio dei docenti che approva all’unanimità.

Inizia così la rivoluzione: nell’anno scolastico 2003/2004 la scuola primaria; nel 2008/2009 le scuole dell’infanzia e poi le scuole secondarie di primo grado. Oggi in tutta Italia (dato 2021) sono 294 gli istituti e 634 le scuole S.Z..

Un’esperienza che la professoressa Pampaloni ha raccontato anche in un libro ma che, tuttavia, preferisce esporre de visu incontrando, in su e in giù per l’Italia, gli insegnanti di ogni ordine e grado. 

Tra le tappe di questo tour anche Arezzo ed infatti, mercoledì 5 ottobre, su invito della dirigente Rossella Esposito, ha incontrato tutto il corpo docente dell’I.C. Piero della Francesca.

In un racconto appassionato, con linguaggio diretto e franco, ha motivato non solo le ragioni, quanto la necessità di fare una nuova scuola a dimensione di bambino, attenta alle sue necessità, pronta ad accompagnarlo nella sua crescita, così come a valorizzare non solo i suoi talenti manifesti, ma scoprirne di nuovi. Ad accoglierlo un ambiente confortevole, a dimensione, ordinato con nuovi arredi creati ad hoc per far fare un salto di qualità alla didattica con al centro strumenti diversi dai libri di testo. In particolare, con la costruzione e con l’utilizzo di strumenti tattili, per recuperare e nobilitare quello che è il primo senso utilizzato dall’essere umano nella scoperta del mondo e, nel contempo, il potenziamento dell’aspetto relazionale fra pari nella consapevolezza che si apprende più dall’ambiente, inteso anche come comunità, che dal singolo insegnante.

Certamente una rivoluzione o forse più un cambiamento, prima mentale e poi operativo, che sia attuale ai tempi e ad una società in continua trasformazione dove la scuola deve necessariamente confrontarsi.